31 maggio 2007

Lotta continua


Prosegue l'estenuante battaglia intrapresa dal sottoscritto con interistiorg.org.

Voglio, sottolineo, voglio il mio titolo.

Lo devo metter in bella mostra sul blog per poi mettermelo nel culo (da buon interista).

Catone vuole che io faccia qualcosa da tramandare ai posteri.


Cosa posso fare? (risparmiatemi le oscenità, già fatto)


AIUTATEMI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Nella foto: quella faccia di bronzo di Catone.

Miseria e nobiltà


I fatti: ho inviato una mail alla redazione di interistiorg.org per richiedere un cazzo di titolo onorifico da esporre nella mia bacheca dei trofei.

La risposta: negativa!!!!

SCANDALO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ma io non demordo, io devo avere il mio titolo onorifico!
Sguinzaglierò Woodcok (o come cazzo si chiama) sulle tracce della redazione di interistiorg.org, troverò materiale utile per ricattare i meschini (a meno che non mi regalino l'onoreficenza, posso diventare moooooolto insistente), e avrò quello che mi spetta.

Aiutatemi a trovare un titolo degno di quelli già esposti qui.

E datemi del Voi! Plebaglia.


Vi allego copia della mail inviata e la relativa risposta.

Daddy: Propongo la candidatura del sottoscritto ad un titolo onorifico qualsiasi. Sono il quarto arrivato nella lista dei Blog Jobs e voglio il mio titolo di cartone da infilarmi nel culo (solo dopo averlo esposto nel mio blog). Rimango in paziente, ma fiduciosa, attesa.


Interistiorg.org: Supercampione, te lo devo meritare! Interrompi il Tg1, segnalaci la resurrezione di Pacheco, trova un tesoro di oltre cinque milioni di euro e giocatelo sul 22 rosso! Mica regaliamo questi prestigiosissimi titoli registrati presso i migliori notai di Lecce per niente. Se proprio non trovi niente, te lo daremo perchè sei stato il primo a chiederlo per nulla Supercampione Cato

30 maggio 2007

Daddy è preoccupato


Ora la paternale la faccio io.
E per cose serie.

Ma dove cazzo stiamo andando?

Bambini rapiti, bambini che stavano per essere rapiti, reality che dona un rene!

Ma basta!!!

I bambini non si toccano!!!!!!!!!
Piazzate il banner del sito www.troviamoibambini.it sul vostro blog. Fatelo! Non costa niente.
Se solo Dio volesse lasciare in mano dei genitori i responsabili di queste bestialità!

Il dolore si rispetta!!!!!!!!!!!!!!!!!
Voglio vedere se c'è qualche mente malata che pensa di portare in Italia questa vaccata di reality (è della Endemol, recentemente acquistata da Mediaset).

Stiamo sulle palle a tutti!!!


Dopo Ringhio anche Alex ci fa la paternale.

Bene così!


Alessandro Del Piero è stanco di sopportare il sarcasmo e l'insistenza dell'Inter nel continuare a sottolineare, specie con il coro 'vinciamo senza rubare', il passato legato a Calciopoli. "Con questa cosa del rubare si sta esagerando nei nostri confronti, poi in altre situazioni possono pure avere ragione". Dopo Gattuso e il suo sfogo tocca ora al simbolo juventino esternare a 'Repubblica Tv' un sentimento di fastidio rispetto il comportamento della Beneamata. Ma Del Piero ne ha per tutti. Chiudendo il discorso Inter fa i complimenti, a modo suo, ai rivali per il quindicesimo sigillo tricolore della loro storia. "Hanno avuto la vita un po' agevolata, ma sono stati comunque bravi ad approfittare della situazione".

Solo una domanda: quando potevamo avere ragione?


Nella foto: un fantastico goal di Alex, ancora in era Moggi, in odore di sospetto fuorigioco.

29 maggio 2007

Ringhio Alcaselzer


"Ma cosa dobbiamo fare ancora? Dobbiamo scendere in piazza a dire che abbiamo sbagliato?". Gattuso si lancia nella difesa del suo Milan e di Massimo Ambrosini. Il famoso striscione di sfottò nei confronti dell’Inter, esposto nel giro d’onore per le strade di Milano, non è stato digerito dalla formazione nerazzurra, che continua a lamentarsi: "Però non ce la faccio più a sentire queste cose - dice Gattuso - noi abbiamo chiesto scusa perchè abbiamo sbagliato tutti però, parlando a nome della squadra, non accettiamo nulla.
Continua ringhio:
Gattuso, poi, si lancia ancora contro il presidente dell'Inter: "Cosa significa 'I giocatori non dimenticheranno'? Cosa sono queste minacce? Diciamo sempre che dobbiamo stare attenti ai comportamenti, anche per i tifosi. Ma cosa dobbiamo fare ancora? Dobbiamo scendere in piazza a dire che abbiamo sbagliato? In Italia perdoniamo gente che fa cose peggiori… Me la dove fare a piedi sino in Germania? Veniamo da un anno che sentiamo 'Scudetto degli onesti'; per me che gioco a calcio tutto questo è pesante, io quando ho giocato non mi accorgevo che gli altri ci facevano dei favori”.
Continuando aggiunge: Le parole di Materazzi? La deve finire anche lui, perchè sembra diventato Gesù Cristo…". Infine al conclusione: "Bisogna superare questo momento e queste frasi, è ora di finirla, questastoria ci ha infastidito e capisco benissimo quanto possa
infastidire anche i giocatori della Juventus".


Invece il ventennio di sfottò, di furti e di porcate varie i giocatori ed i tifosi interisti li hanno digeriti senza fastidio alcuno.

Alcaselzer...

28 maggio 2007

Stile Milan 3


Continuano le lezioni di stile gentilmente offerte dalla Società Milan.

Nella puntata odierna analizzeremo il tentativo di montare ad arte un caso, attraverso le pagine web del Tgcom, per prelevare un giocatore da una squadra concorrente.

Lo stile ,per la verità, appare poco originale essendo già stato utlizzato ad arte da un altro personaggio famoso per le sua competenza di mercato.

La bomba è esplosa con un sorriso, quello di Carlo Ancelotti, carico di intenzioni sospette. Dopo le dichiarazioni del tecnico rossonero, i media hanno ipotizzato che "l'insospettabile" corteggiatore del Milan possa essere Zlatan Ibrahimovic. Pare che lo svedese abbia addirittura contattato Galliani dopo il trionfo Europeo dei rossoneri. Intanto, ad Appiano Gentile, si rende protagonista di uno screzio con Cordoba.

La frase di Carlo Ancelotti ha scatenato un finimondo, proprio quello che il tecnico diceva di voler evitare nascondendo l'identità del famigerato "insospettabile" che sta cercando di vestire la maglia del Milan. La conferma non era necessaria

Naturalmente nel successivo articolo Tgcom, corregge il tiro, e quello che prima sembrava ovvio ora non lo appare minimamente. Ancelotti non ha fatto nessun nome, ergo Moratti deve farsi i cazzi suoi.

Nel giorno della festa per il tricolore, in casa Inter tiene banco il caso-Ibrahimovic. Dopo le allusioni di Ancelotti e i titoli dei quotidiani sportivi, è Massimo Moratti a cercare di spegnere le voci sulla volontà dello svedese di vestire rossonero. "Non credo verrà ceduto - spiega - e non ho trovato azzeccato l'intervento di Ancelotti". Ma il tecnico milanista, parlando di "un insospettabile", non ha fatto alcun nome...


Ai posteri l'ardua sentenza.

26 maggio 2007

Scambio di personalità


Ricordate? Gli esperti dicevano: l'Inter vince il Campionato alla maniera della Juve.
Ricordate come l'Inter scaricò Zaccheroni?
Bene, lo scambio di personalità si è completato, ora anche la Juve non ha più l'allenatore.

Godo, poco, ma godo...

25 maggio 2007

Per fortuna che c'è il TGcom


Ed allora le scuse del giorno dopo sono state accettate dal patron dell'Inter Massimo Moratti che ha chiarito la questione direttamente con la società milanista. "E' una cosa che è successa - ha detto - ho avuto già le scuse da parte del Milan. E poi basta. Finisce qui. I giocatori se lo ricorderanno di più, questo senza dubbio". Ma non è una minaccia, la "vendetta" sportiva, quella è lecita. Irritato, invece, Adriano Galliani dalle insistenti domande sulla presenza di quello slogan che ha suscitato la polemica: "Adesso basta - ha detto - vinciamo la Champions League e continuate con gli striscioni. Arrivederci, non avete senso giornalistico", ha rimproverato ai cronisti presenti all'ingresso in Lega. Insomma, le parti si sono confrontate, gli animi sono rimasti sereni, la questione già terminata, la polemica finita.


Meno male, sicuramente da stasera nessuno più farà di queste cose, e inoltre prendere uno scudetto nel culo per qualcuno potrebbe essere persino gradevole! Stronzi ringraziateci!!!

Stile Milan 2


Corriere della sera:

Irritato a una domanda sullo striscione l'amministratore delegato e vicepresidente esecutivo del Milan, Adriano Galliani: «Noi abbiamo vinto la Champions e voi fate queste domande?- ha detto - Devo insegnarvi a fare i giornalisti?».

Stile Milan



Corriere della Sera.

MILANO — Prima immagine: il pullman scoperto svolta l'angolo, arriva a contatto col bagno di folla. Massimo Ambrosini, occhiali scuri e sciarpa rossonera sulla fronte, impugna le due aste di uno striscione. Testo: «Lo scudetto mettilo nel culo». Accanto, uno scudetto cancellato da una croce. Lo metterà via? No, lo mostra orgoglioso mentre il pullman avanza. Sarà uno sbaglio? Neanche. Il giocatore si sgola cantando quello slogan, i compagni rispondono al coro, la piazza — che non aspettava altro — esplode in un boato. Il corteo del Milan trionfante per le vie di Milano si apre così. Non è tutto. Seconda immagine, pochi secondi dopo.

GATTUSO CON BIRRA - Gennaro Gattuso, stessi occhiali scuri, bottiglia di Beck's in mano, alza un cartellone col fondo nerazzurro. Scritta: «Io non la vinco da 42 anni». Riferimento, troppo ovvio, alla coppa che i compagni si passano di mano in mano. Nessuno sembra preoccuparsi. Lo striscione sullo scudetto dell'Inter resta bene in vista per un bel pezzo. A un certo punto qualcuno si rende conto dell'inopportunità e lo fa rimuovere. Ma il coro «chi non salta nerazzurro è» ritorna di continuo, ripetuto come un mantra nel giorno del trionfo. Fino in piazza del Duomo, quando la squadra si affaccia dal balcone e la scritta più vistosa è firmata dagli ultrà della Brigate rossonere: «Coppa Campioni conquistata / festa scudetto rovinata». Commento di Adriano Galliani: «Non intendevamo offuscare lo scudetto, volevamo solo tornare sul tetto d'Europa. È capitato nello stesso anno. Sono solo coincidenze». Coincidenze che il popolo milanista assapora a fondo, come la salsa più gustosa con cui condire la vittoria in Champions League. Personaggi su un carro allegorico, Ancelotti e i giocatori attraversano una Milano travolta da delirio carnevalesco. Pullman scoperto stile Londra. Squadra affacciata. E una lunga processione di tifosi eccitati. Venti, forse trentamila. Corrono e saltano intorno all'autobus, lo seguono a piedi e in motorino, lanciano sciarpe e ricevono baci. Maldini scatta foto. Ancelotti segue i cori. A ogni angolo un'ovazione. Bandiere alle finestre. In via Turati, sede del Milan, applauso fragoroso.

STRADE BLOCCATE - Strade bloccate. Ragazzi aggrappati ai semafori, sui pali della luce, sulle pensiline dei tram. È l'apice della festa continua. Dopo la partita qualcuno aveva chiesto a Seedorf: «Quando si farà la festa?». Risposta: «Saranno tre giorni di festa». Promessa mantenuta: prima la nottata in un albergo di Atene, poi il corteo in città, ieri altra serata all'Hollywood (storica discoteca dei party calcistici). E oggi San Siro aperto: appuntamento alle 21,30 (diretta dalle 21 su Sky Sport 1), Teo Teocoli presentatore, atteso il presidente Berlusconi. Obiettivo, esporre allo stadio la coppa «con le orecchie». Una coppa oggetto del desiderio di numerosi amanti. Dopo Atene ha «riposato» in camera con Adriano Galliani. Ieri notte in casa di Carlo Ancelotti. Stasera, pare, si concederà a Pippo Inzaghi.


Gianni Santucci



24 maggio 2007

Una lezione di stile


Mettilo mettilo mettilo nel culo, lo scudetto mettilo nel culo!

Innanzitutto rassicuro tutti, la nonna sta bene, oddio ha vissuto giorni migliori (tipo due anni fa) ma sta bene.
Pur tuttavia mi chiedeva, al termine della finale di cempions, come mai i giocatori ed i tifosi rossoneri abbiano intonato un così bel coro, ricco di eleganza e raffinatezza.
Come mai, mi chiedeva, al Milan ha dato così fastidio che l'Inter abbia vinto lo scudetto.
Come mai, insomma, il risveglio nerazzurro, due derby vinti su due (sempre dominati) ed una trentina e spiccioli di punti di vantaggio in campionato, abbia generato per la prima volta nel Belpaese l'amletico dubbio: meglio la Cempions o lo scudetto? Meglio la minestra o la pasta? Meglio la fagiana o il fondoschiena?

Dipende dai gusti, sostiene la nonna, ma soprattutto dipende dalla circostanze: se posso piglio tutto se non riesco, piglio il possibile e dileggio con malcelato campanilismo quello che non ho saputo raggiungere.
Dubito fortemente che le quattro pere prese nel derby d'anadata siano state ricevute con una grassa risata dai cugini (tanto a noi interessa solo la Cempions).
E così come il gol di Ronaldo, nel derby di ritorno, per i rossoneri ha avuto il sapore del riscatto, della voglia di reagire, così non credo che il successivo uno - due nerazzurro sia stato di nuovo accolto con amorevole pazienza dal popolo rossonero.

Che dire allora ai cugini: avete ragione, bisogna saper vincere e il Milan ha vinto la Cempions!
Ma la vostra Cempions non annulla le vittorie altrui e nemmeno cancella le vostre sconfitte (come quelle degli avversari sia chiaro) piuttosto la festa di ieri sera dimostra che certamente non abbiamo bisogno di andare a lezione di stile a casa Milan perchè la vostra coppa sapete già dove dovete mettervela...

23 maggio 2007

SIM


E va bene, De Santis non ha mai ricevuto Sim svizzere da nessuno, idem Bertini e Racalbuto.

Allora lo confesso, le Sim Moggi le dava a me!
Confesso, mea culpa!
Daddy è il complice, l'unico, di Moggi.

E poi le Sim svizzere, quelle con i buchi, sono così belle da collezionare...

In svizzera ci sono anche le Sim di cioccolato!!!

Ci ho la nonna di Liverpul!!!



Allora, ribadisco che il tifo contro è assolutamente deplorevole!
Infatti non si può negare il proprio sangue.

Ci ho la nonna di Liverpul, dico veramente, e ci voglio così bene che tifare contro oggi mi sembrerebbe veramente di pugnalarla alle spalle.

Non gufo, sono semplicemente un uomo molto ma molto legato agli affetti famigliari.

Nelle foto: la mia nonna materna (quella di Liverpul) saluta affettuosamente la mia nonna paterna.

22 maggio 2007

Ma fatemi il piacere!


Christian Rocca:
"Tempo fa avevo scritto che l’incubo realizzato del tifoso bianconero non era affatto la serie B, ma avere a che fare con una società gestita alla Moratti, ma senza i suoi soldi."

E allora qualcheduno mi sovvenga in aiuto: come può un pirla come Moratti (seguendo il sontuoso ragionamento del Rocca) aver ordito il più grande complotto anti-Juve della secolare storia del calcio italiano?

Gli antireconiani



Segnalo questo bellissimo articolo di Tgcom nel quale Recoba prega Moratti di cederlo alla Roma.
Recoba, in fondo, ha ragione è ora di porre fine all'eterna diatriba fra recobiani e antrireconiani!

D'altra parte Alvaro confida:
Per essere ancora più grande dovrei prendere più sul serio il calcio. Io ho sempre solo giocato per divertirmi forse senza curare la mia immagine come dovuto. Giocare solo per giocare, ma nel calcio di oggi serve anche altro; io non ne ho mai approfittato
”.
Fatemi capire, ma i soldi Moratti sul conto corrente del Chino li versa per ischerzo o non si prende troppo sul serio e non gli ha mai dato una lira?

Nella foto: uno stanco Recoba attende con fiducia l'arrivo dei Ghost Reconian!

Le regole del calcio


Ipse dixit:

Inizia il conto alla rovescia alla madre delle partite e il presidente Berlusconi suona la carica. "Ad Atene il Milan vincerà perché ha una classe superiore all'avversario". Non ha dubbi il massimo dirigente che a Telelombardia spiega: "Essendo il Milan già vincente sul Manchester durante la stagione ed avendo il Manchester battuto il Liverpool, la regola del calcio vuole sia il Milan a risultare vincente sul Liverpool".



Quindi, in caso di vittoria dei rossoneri nella finale di Atene, per contrappasso l'Inter vincerà la Cempions.

21 maggio 2007

La chiave del gigli


Scorrendo le chiavi di ricerca che hanno portato presso questo umile blog alcuni disperati argonauti una, in particolare, mi ha colpito.
E' che non ci avevo mai pensato: dove lavora cobolli gigli giovanni.

Cioè, questo esemplare di juventino del nuovo corso da dove proviene?
La risposta, come al solito viene gratuitamente fornitaci da Wikipedia.

Pur tuttavia la pagina, a mio avviso, andrebbe aggiornata laddove si favoleggia di un enorme boato della folla plaudente presente il giorno della sua proclamazione a presidente della Juve.


P.S. Colgo l'occasione per segnalare che da quando la Juve ha raggiunto la matematica promozione in serie A il Viminale ha segnalato una crescente ondata di furti su tutto il territorio della Repubblica.
Sperem...

18 maggio 2007

W la Rai



Onore alla Roma che, buon per lei, aveva deciso sin dalla settimana scorsa di giocare entrambe le finali di Coppa Italia.
Onore alla Roma dunque ma buona prova dell’Inter che ieri ha confermato di essere stata la migliore squadra del globo terracqueo italiano.

Mi dispiace solo che mi sia rimasta la sensazione di una rimonta non così impossibile se l’arbitro non avesse deciso di essere altrettanto protagonista del match come le due squadre in campo.

Ma la cosa che più mi ha colpito è stata la regia Rai dell’evento.

Ho visto Doni dolorante dopo che un refolo d’aria (maledetto Phon) ne aveva duramente minato la tempra con un gustoso sottofondo dei commentatori Rai che denunciavano lanci di oggetti dalla tribune in direzione della porta giallorosa.
Ho visto episodi deliziosamente scandalosi in area giallorosa allegramente dimenticati dai cameraman de no altri.
Ho visto soprattutto i giocatori giallorossi terribilmente fragili, sempre in cerca di cure, così teneramente legati alla barella tanto da farmi pensare che ci fosse una qualche rara epidemia in piena deflagrazione.

Ma dopotutto a noi cosa importa? Abbiamo vinto lo scuddetto, siamo Campioni d’Italia!

Oh, ma è vero lo scudetto non conta più nulla (ora che l’ha vinto l’Inter) mentre invece la Coppa Italia quest’anno si che era veramente competitiva (cazzo c’era pure la Juve!).

Che anno di merda è stato, che stagione fallimentare: Supercoppa, Campionato, finale di Coppa Italia (dove per inciso ci dobbiamo considerare quantomeno covincitori) e la Juve in B.

Che incubo!

16 maggio 2007

Danni d'immagine


Oggi Padovan si lancia nell’ennesimo atto d’accusa contro la dirigenza juventina troppo titubante sull’affair Buffon.
Secondo il Gianchi per il portierone bianconero si stanno aprendo le porte di Milano, sponda Inter, tuttavia lancia un monito a Buffon:

Anzi sono convinto che Buffon abbia già deciso di andarsene; che voglia restare in Italia e, ovviamente, abbia scelto (o sceglierà) una delle due squadre di Milano; che il prolungamento del contratto a Dida l’abbia spiazzato e che, comun­que, l’Inter sarebbe una soluzione gradita, nono­stante immaginabili difficoltà ambientali e un danno di credibilità inimmaginabile; che l’Inter sia al cor­rente di tutto e, come per l’affare Ibrahimovic, lavo­ri sottotraccia, evitando di interloquire con la Juve.

Allora:

1) danno di credibilità d’immagine? Ma non era la Juve che rubava?

2) Lavorare sottotraccia come per Ibrahimovic? Ma l’Inter non lo ha pagato? O la Juve si è intascata un bonifico senza sapere chi cazzo stesse vendendo?


Nella foto: o cazzo un danno d'immagine!


15 maggio 2007

Le battaglie Padovane


L’EDITORIALE
LE BATTAGLIE DI TUTTOSPORT

GIANCARLO PADOVAN
Da mesi, ormai, nell’ambiente calcistico italiano non si par­la più solo della Juve, ma anche di Tuttosport. Della sua linea edi­toriale, delle sue posizioni criti­che, degli attacchi che porta (per nulla di quelli, anche scomposti e volgari, che subisce), delle de­nunce pubbliche che sporge, del­le battaglie che conduce. Confes­so che ad un giornale non si po­trebbe chiedere di meglio, perché creare dibattito e interesse per i contenuti della testata, è una qua­lità pari solo al numero di copie vendute. Per fortuna di Tutto­sport, come certificato da Ads e Audipress, la diffusione è ottima – e le copie molte di più rispetto all’anno precedente –, segno ine­quivocabile di quanto il quotidia­no abbia un radicato pubblico di riferimento e un bacino di lettori in espansione. Tuttosport, poi, ha dalla sua 62 anni di vita, raccon­tati da firme che, prima di ogni altro merito, possedevano quello di conoscere la lingua italiana, traducendo la competenza in scrittura. Escludendo me, da qui sono transitati ben dodici diret­tori che hanno contribuito a fare la storia del giornalismo, non so­lo sportivo, in Italia.
Insomma, siamo gente seria, che conosce il proprio lavoro, il pro­dotto da mandare in edicola, le regole della grammatica e della sintassi, quelle del buongusto, della misura, dell’antagonismo e della provocazione.
Purtroppo ad occuparsi di noi, non ci sono solo i Moratti, inteso come Massimo, presidente del-l­’Inter, ma anche i Materazzi, in­teso come Marco, difensore (dop­pio) dell’Inter. Dal primo, al qua­le peraltro molto imputiamo, ab­biamo incassato fastidio e dissen­so, mai disprezzo. Dall’altro – lo diciamo con risolutezza – non in­tendiamo accettare nessuna lezio­ne né di morale, né di correttezza. Domenica pomeriggio, dopo la fanciullesca «vendetta» del 5 mag­gio 2002 (com’era patetico, cinque anni fa, quel lungagnone frignan­te che se la prendeva con i laziali colpevoli, a suo dire, di non la­sciargli vincere lo scudetto), Ma­terazzi si è prodotto nella seguen­te esternazione: «Dopo la sconfit­ta con la Roma, molta gente si è sciacquata la bocca, ha comincia­to a dire che siamo una squadra di poveretti, che siamo stati umiliati. Ma noi intanto continuiamo a bat­tere i record. Chi dice e scrive cer­te cose lo fa solo per alimentare polemiche e violenza. Parlo di una testata di Torino che dopo Roma aveva scritto: “Inter, un altro re­cord”. Adesso potrà scrivere: “In­ter, ennesimo record”. Così maga­ri li aiutiamo a vendere qualche copia in più».
A questo galantuomo che, a pro­posito di violenza, si è distinto per avere spaccato la faccia a Cirillo del Siena (1 febbraio 2004), par­tendo da bordocampo dove stava accovacciato perché infortunato; per avere piantato i tacchetti nel­la pancia di Shevchenko in un’a­zione di gioco nel derby del 2003; per essersi fatto riconoscere fino in Bahrein (amichevole del gen­naio 2007) dove venne fischiato da tutto lo stadio; a costui, ripe­to, non me la sento di rispondere. Sia per il livello delle sue argo­mentazioni (quale sarebbe il le­game tra il titolo “Inter, un altro record” e la violenza, lo può sta­bilire solo una mente superiore), sia perché, al mio posto, ha ri­sposto Massimo Moratti. «Effet­tivamente – ha ammesso ieri il presidente riferendosi al 6- 2 di Roma – quello era un record». E ha aggiunto: « Non dobbiamo scandalizzarci per l’andazzo edi­toriale di quel giornale ( Tutto­sport).

Che ha un suo pubblico e deve soddisfarlo».
Ben detto, presidente. Tuttavia, glielo confesso, il pubblico di Tut­tosport non è ancora soddisfatto. E si chiede perché solo su questo quotidiano si sia parlato, e si par­li, del doping amministrativo praticato dall’Inter; del caso Te­lecom e delle propaggini che lam­biscono la società da lei presiedu­ta; del patteggiamento di Oriali e Recoba a proposito di un pas­saporto falso messo in mano al­l’uruguaiano. Sono argomenti che qualcuno ( spero non Mate­razzi) dovrebbe affrontare, un giorno, in maniera trasparente e definitiva.

Bene, Gianchi si è incazzato e ci fa la paternale.
Lui le lezioni da Materazzi non le accetta, perché Materazzi è un giocatore falloso, lo è stato in passato e, probabilmente, lo sarà in futuro.
Bene, peccato caro direttore che la sua testata, non lo dimentichi mai, sta facendo molta più violenza di quanta ne possa aver fatta sui campi di gioco Materazzi.
Non vorrei sbagliarmi, ma sono fermamente convinto che l’anno prossimo Juve – Inter sarà una partita ad altissimo rischio.
La responsabilità di ciò che potrebbe accadere è anche di chi aizza le folle, di chi con pervicacia stimola lo spirito di “vendetta” per il presunto reato di lesa maestà, di chi, egregio direttore, dovrebbe essere consapevole che il prostituirsi alla proprietà editoriale non può giustificare determinate sparate nel mucchio.
Si vergogni Padovan, faccia un esame di coscienza.
L’anno prossimo è dietro l’angolo e gli incidenti li causano sempre gli imbecilli sobillati da menti non sempre lucide e corrette.

14 maggio 2007

Ecc cos impar!!!


Quest post andr in ond in form amputat per manifest tutt il nostr sostegn al diret di Tuttosp Gianc Padov.
Chi vi scriv è stat autorizat dal comitat di redazion.

Acc, Pork!!!!

Campionato amputato


L’EDITORIALE

NON NE POSSIAMO PIU’ DI SOFFRIRE SEMPRE GIANCARLO PADOVAN Il Toro che vince a Roma – contro la seconda classifica­ta della serie A, capace due volte in meno di un mese di travolgere l’Inter, ovvero la capolista che ieri ha stabili­to il record di punti in campionato, anche grazie all’as­senza della detentrice Juventus in un torneo storicamen­te mai così amputato – ispira molti pensieri. Non tutti positivi, purtroppo, tranne uno, ormai rassicurante: i tre punti di ieri, più i due (minimo) esigibili fra il prossimo turno casalingo con il Livorno e la successiva trasferta di Milano con l’Inter, renderebbero (devono rendere) cer­ta la permanenza in serie A.

Che tenero, Gianchi, si vede lontano un miglio che il titolone preparato per la nuova sconfitta dell’Inter era già pronto in rotativa e che purtroppo hai dovuto cancellarlo in tutta fretta.

Caro Gianchi, un mese fa scrivesti che il cammino dell’Inter era così trionfante proprio perchè non c’erano avversari, poi l’Inter perde con la Roma (a dimostrazione che gli avversari in fondo c’erano) e non ti va bene nemmeno adesso, poi l’Inter torna a vincere (in rimonta) ed ecco che il torneo ritorna amputato.

Gianchi se continui così dimostri solo che di amputato qui c'è solo il tuo cervello.

11 maggio 2007

W il giuoco del calcio!!!


Repubblica


TORINO - Due premesse. La prima: "Tutto quello che dirò è documentato e dimostrabile". La seconda: "Sono in causa con la Juve davanti al tribunale del lavoro di Torino. Ho cominciato a lavorare con Boniperti nel 1984. Un uomo eccezionale. Poi nel settembre del 2005, dopo che già da tempo i miei rapporti con Giraudo erano degenerati, sono stato costretto a lasciare la società". Maurizio Capobianco, ex dirigente di Juventus F. C., è un tipo così. Uno a cui piace parlare chiaro, diretto e, soprattutto, dire le cose esatte.

Fino ad oggi, le inchieste erano accusate tutte di avere un punto debole: non si capiva per quale motivo, al di là di evidenti interessi di carriera e di posizione, gli arbitri italiani avrebbero dovuto rendere servigi a Moggi & co. Ora, per la prima volta, si capisce come gli arbitri "venivano ripagati". Spiega Capobianco: "Solo agli inizi del 2005 sono venuto a conoscenza di almeno quattro casi in cui la Juve ha fatto arrivare beni di ingente valore a due arbitri italiani, a un esponente della Figc, e a uno della Covisoc".


Beni di ingente valore?
"Beni facilmente monetizzabili che venivano consegnati per il tramite di società terze a soggetti terzi. Terzi legati agli arbitri da rapporti di parentela".

Si tratta di affermazioni pesanti, se ne rende conto?
"Sono tutte cose che, all'occorrenza, posso dimostrare".

A quando risalgono i casi in questione?
"Risalgono agli inizi della gestione Giraudo-Moggi nell'anno '95".

Chi sono questi arbitri?
"Questo non ho intenzione di dirlo, al momento".

Quanto ingenti erano questi beni monetizzabili?
"20-25 milioni di lire, per ogni "gratificazione"".

Dalle intercettazioni è emerso che Bergamo e Pairetto erano in ottimi rapporti con la Juve.
"Bergamo non so, Pairetto era di casa alla Juve".

Quei "beni" erano destinati a loro?
"Non ho intenzione di dire di più, ora. La mia intenzione è solo quella di dare un contributo di verità a tutta questa storia. Però per quanto riguarda Pairetto una cosa le posso dire: nel 2000 proprio lui tirò fuori la storia dei Rolex della Roma. Beh: pochi mesi prima, nell'ottobre del 1999, ricevette dalla Juve una moto che, in seguito, non mi pare si sia premurato di restituire".

Perché si è deciso a raccontare queste cose proprio adesso?
"Perché prima di Calciopoli quello che vedevo erano i frammenti di una vicenda che ha acquistato senso compiuto solamente dopo. Solo ora mi rendo conto di come hanno rovinato una società con una storia di oltre cento anni, con la complicità di arbitri, giornalisti, e istituzioni".

Cominciamo dai giornalisti?

"Sulla questione giornalisti la Juve aveva consulenze molto ricche con società vicine ad alcuni di loro. Almeno in un caso, a inizio stagione si stipulava un contratto per studiare dei progetti di comunicazione. Poi a giugno, se la Juve aveva vinto lo scudetto, la società decideva di realizzare quei progetti e pagava il premio alla società di comodo: i progetti, ovviamente, non vedevano mai la luce".

Un premio scudetto ai giornalisti. E sulla società Juve le inchieste hanno raccontato tutto?
"Quasi. Della Semana srl, la società voluta fortemente nel luglio 2003 da Giraudo e partecipata dalla Juve per il 30 per cento, si è parlato poco".

Cosa si poteva dire?
"Che attraverso la Semana, Moggi e Giraudo, in violazione della legge Pisanu, finanziavano indirettamente le curve. Nei bilanci ci sono fatture da decine di migliaia di euro a gara per l'acquisto di coreografie, striscioni e quant'altro".

A cosa serve la Semana?
"Gestisce tutte le attività che ruotano attorno allo stadio e agli impianti. Cosa che, almeno fino a quando c'ero io, ovvero marzo 2006, faceva a prezzi maggiorati del 20%, così come il contratto oltremodo oneroso stipulato con Juventus prevedeva. Va detto che la Semana è per il 30 per cento della Juve, per l'altro 70 di una ragnatela di fiduciarie che portano a Giraudo".

Che però adesso non ha più nulla a che vedere con la Juventus.
"Che mi risulti Semana è sempre operativa, Giraudo ha ancora il 2 per cento della Juve e questo fa di lui uno degli maggiori azionisti bianconeri. C'è ancora Bettega, è consulente: io me lo ricordo Bettega in società, partecipava a tutte le riunioni con Moggi e Giraudo. Oggi decide tutto Secco (Alessio, direttore sportivo, ndr) che in passato non ha mai mosso un dito senza il consenso di Moggi. Il direttore del personale Sorbone è lo stesso. Renato Opezzi (ad di Semana e procuratore della Juventus, ndr), è da sempre il braccio destro di Giraudo. Il direttore finanziario Michele Bergero e il direttore marketing Fassone (ex guardalinee Aia, ndr) sono sempre lì. La nuova Juve di Cobolli, la chiamano... Ma se si sono tenuti persino Bertolini".

Bertolini, quello che andava in Svizzera a comprare le sim per Moggi?
"Sì. È ancora lì. Fa l'osservatore ufficiale con tanto di presentazione nell'ottobre 2006 sul sito internet Juventus. Ma dico: è implicato con uno degli scandali peggiori della storia del nostro calcio e noi ce lo teniamo..."

Non si è mai accorto della rete svizzera di Moggi?
"Solo frammenti... Una volta viene da me la signora Gastaldo, ex-dirigente amministrativa e mi dice: "Questo Bertolini, ma che ci fa con tutte 'ste schede svizzere?"... Era disperata perché Bertolini quando riceveva l'ordine da Moggi andava da lei, prendeva tre-quattro mila euro in contanti e se ne andava in Svizzera. E così rimaneva un buco nella cassa. E la signora Gastaldo (in società fino al 2005, ndr), che è una persona molto seria e pignola, un paio di volte ricordo che mi chiese di vendere a privati degli orologi e dei preziosi della società per colmare il buco creato".

Sembra esserci un rapporto strano tra gli orologi e la Juventus...
"In dieci anni ho visto entrare centinaia e centinaia di orologi delle marche più prestigiose: Jaeger Le Coltre, Franck Muller, Cartier, Girard Perregaux, Bulgari. La destinazione degli stessi, a parte quelli che finivano ai soliti giornalisti amici (oltre che a giocatori e staff), sono segreti custoditi da Giraudo e dalla Gastaldo che ne teneva la contabilità".

Parliamo delle complicità. Fabiani, il ds del Messina che tirava le fila del mondo arbitrale insieme a Moggi, l'ha mai visto?
"Era di casa anche lui. Era così in confidenza con Moggi che all'inizio pensavo fossero parenti. Quando arrivava a Torino si prendeva gli uffici del settore giovanile e quelli diventavano i suoi uffici anche per giorni. La Juventus gli ha addirittura regalato una macchina".

Le istituzioni.
"Moggi e Giraudo in Figc facevano quello che volevano. Io rimasi molto colpito da come venne coperto un caso di positività alla cannabis di un giocatore. Lo scoprì l'Uefa, '97. Lo comunicò alla Figc e finì tutto lì".

La Gea.
"Ricordo che un caso che mi segnalò la signora Gastaldo. Nel dicembre 2004 si è coperta una provvigione liquidandola con un contratto di consulenza a una società di comodo. La fattura da 250.000 euro era intestata a una cooperativa romana di giornalisti dietro la quale, a dire della Gastaldo, c'era la Gea".

Si rende conto che questa intervista a Torino rischia di renderla impopolare?
"I primi dieci anni alla Juventus sono stati i dieci anni più belli della mia vita professionale. Penso che il mio contributo di verità sia dovuto".


Chissà perchè, dopo aver letto queste cose, la caporetto di Roma mi pare un evento così lieve...

Forse è meglio avere una squadra che quando vince festeggia per 18 anni che averne una che vince per vent'anni in questo modo.

10 maggio 2007

So ragazzi...


E adesso come facciamo a fare un'altra festa?
Avrei potuto organizzarla io: La notte dello stallatico, con ospiti a tema.

Perchè una cosa è chiara, noi vinciamo poco ma quando lo facciamo poi facciamo vedere al mondo intero come si festeggia!

Barista: "un cuba libre per me e sei pina colada per il mio amico Adriangi".

N.B. Post da leggere con sottofondo musicale idoneo. La direzione consiglia: "Pazza Inter amala"

Non è che adesso Severgnini ci trita i maroni con un altro libro? Non potrebbe tifare un'altra squadra, Milan o Juve per esempio?


Nella foto: si è proprio una montagna di merda.

The day after


Non c'è molto da dire sulla partita di ieri.
Abbiamo perso nella maniera più stupida e inopportuna.
Non ci interessa più la Coppa Italia? Potevate dirlo subito e schierare la primavera che avrebbe fatto una figura migliore. Invece in campo sono scesi i protagonisti della "Notte Stellare".


I nostri eroi, convinti che la RCS avesse organizzato a Roma i festeggiamenti per il tricolore, hanno onorato sul campo, con una prestazione che sa di stallatico, il titolo di Campioni d'Italia.

Bravi!

Bene!

Bis! C'è il ritorno a S.Siro, vediamo di fare un'altra figura da peracottari.

La fame di vittoria, evidentemente, a qualcuno è già passata. Non ditemi che la Coppa Italia era l'ultimo dei nostri obiettivi, perchè in finale c'eravamo e la dovevamo giocare.
Ci sta la voglia della Roma ma doverva esserci un pizzico, non di più, del nostro orgoglio.

Andate a cagare! Siamo riusciti nell'impresa di fare una figura di merda epocale nella stagioni in cui, dopo un'eternità siamo riusciti a portare a casa lo scudo.

9 maggio 2007

Ve possino!

Siamo al 16' e pare che la Roma abbia tutta l'intenzione di tornare a noi quello che ha ricevutoi a Manchester.
Cazzo almeno salviamo l'onore!


Annatevene a ...

Tuttopork


Grandissima prima pagina oggi per Tuttosport.

Dopo la solita cazzata sugli acquisti bianconeri ecco due piccole perle:

Chi non salta nerazzurro è. E Buffon salta altissimo (Sto ancora ridendo... Io Buffon lo comprerei solo per farlo saltare sul coro "chi non salta bianconero è", poi lo giro in prestito gratuito allo Spezia)

Roma-Inter: la coppa di consolazione. Un trofeo per le due escluse dalla Champions.
(Lo hanno inventato apposta ieri l'altro...)

Che giornaletto da quattro soldi.

8 maggio 2007

Prepariamo la finale


Con una puntualità sospetta ecco che Ettore Viola, figlio dell'ex presidente della Roma, porta tutto il globo terracqueo a conoscenza dei seguenti
fatti :nel 1991 l'Inter rubò la finale di Coppa Uefa ricevendo, dietro ovvio compenso all'arbitro russo Spirin, i necessari aiutini.

O meglio, l'arbitro si offrì alla Roma per la misera somma di 150.000 dollari ma non s ene fece nulla e siccome la Roma perse la finale ecco che, ovviamente, se ne può dedurre che l'arbitro alla fine lo comprò l'Inter.

Caro Ettore, ma come mai ti sei ricordato solo ora, dopo soli 16 anni, di tutto ciò?

Cui prodest?

7 maggio 2007

Mea culpa


E così Ivan Basso ha confessato di essersi dopato.
La Procura Antidoping del Coni ha confermato il tutto.

Domanda: ma se la Procura Antidoping del Coni iniziasse seriamente ad occuparsi dei nostri "eroi" pallonari, quanti dopati e/o cocainomani troverebbe?


Perchè si sentono sempre strane storie attorno ai bagni dei locali frequentati dai vips?
Che le sento solo io?

Perchè prestazioni come quelle di Gattuso mi fanno sempre pensare male? (Dico Gattuso ma potrei dire anche altri nomi, solo che ringhio è milanista...)

Volemose bene.


E' curioso l'uomo Padovan.
Reclama l'unità di squadra (della Juve ndr), invoca la presenza di una società forte che diriga il gruppo con autorità e piglio antico e poi il primo a fare casino, a sparare contro la Juve, è lui.

VIA L’UOMO DELL’UTOPIA GIANCARLO PADOVAN Fossi un tifoso della Juve, comincerei a preoccuparmi. E nemmeno po­co. Perché se la serie A è ormai sicura – nonostante le scelte cervel­lotiche di Deschamps (geniale il 4-3-3 iniziale con Marchionni mezzo de­stro, Nedved che chiedeva dove andare, Del Piero che andava dove gli pa­reva) e grazie alla complicità della difesa del Cesena (sul pareggio di Tre­zeguet, Sarti era dietro la linea di porta, anziché in mezzo all’area pic­cola, e se la prendeva pure con i compagni) – tutto il resto mi sembra for­temente in dubbio. Intanto non si sa se Giovanni Cobolli Gigli, il presidente, sia più un manager prestato al calcio o un uomo di cultura con aspirazione all’esegesi. L’esegesi è l’attività di interpretazione criti­ca di un testo, quindi delle parole. Ieri, dunque, Cobolli Gigli ha inter­pretato la parola utopia – usata dal suo allenatore Didier Deschamps a proposito dell’impossibilità di arrivare allo scudetto fin dall’anno pros­simo – assimilandola al sogno. Ora non so a quali fonti si sia abbeverato Cobolli – spero non ricorren­do ad un poco accademico, e pochissimo attendibile, motore di ricerca su internet – ma, etimologicamente parlando, utopia significa «non luogo». Il vocabolario della lingua italiana – in genere mi affido al Nuovo Zani­chelli – si incarica di indicare, come secondo significato: «concezione, idea, progetto, aspirazione e similia: vanamente proposti in quanto fan­tastici e irrealizzabili». Non a caso il sinonimo è «illusione». Nonostante apprezzi la buona volontà di Cobolli di mettere una pezza al­le affermazioni di Deschamps (ah, se ci fosse qualcuno che insegna un po’ di buon italiano; ah, se ci fosse qualcuno a vigilare sull’attività della squa­dra e del suo allenatore), consiglierei, se mi è permesso, di ripristinare il pragmatismo di chi dirige uomini e strutture. Deschamps non crede allo scudetto perché non crede ai propositi della dirigenza? Oppure Deschamps non ci crede perché, nonostante la sua pa­lese mediocrità, pensa di avere un mercato lontano dall’Italia? Sia per un motivo o sia per l’altro, un allenatore così va congedato al più presto. Primo, perché non è più in sintonia con le linee dettate dal proprio club; secondo, perché di allenatori migliori di Deschamps, in Italia, ce ne sono almeno una trentina. Siccome poi, dalla panciuta critica italiana, inca­pace di tirare il calcio ad un pallone non distinguendo neppure il collo dal­l’interno del piede, sento criticare José Mourinho con quel che ha vinto in Portogallo (Coppa Uefa e Champions League con il Porto) e in In­ghilterra (due Premier e due Coppe di Lega, per ora, con il Chelsea), mi chiedo come si possa sopportare un tecnico che di fronte al Cesena ha fat­to ruminar palla alla sua squadra per l’intero secondo tempo, beccando il pareggio da calcio d’angolo, senza mettere presidio ai pali. Caro presidente, lei sa che il realismo è, per un manager, la bussola da cui non discostarsi mai. Deschamps che dice e ribadisce quanto lo scu­detto, o la lotta per lo scudetto, sia un’utopia non può e non deve stare alla Juve. Significa che non ha la statura mentale, prima che tecnica, per traguardi di tale livello. Significa che, forse freudianamente, ammette di non volerci aspirare. Significa che, con lui, al massimo si può vincere il campionato di serie B. Insomma, facciamo l’analisi al suo atteggiamen­to e scopriamo la testuale verità: Deschamps vuol dire utopia.









5 maggio 2007

Me coioni


Stamattina sulla prima pagine della Gazzetta troneggia "Milan - Inter 8 a 3"
Secondo gli 11 esperti, interpellati dalla rosea, il Milan, oggi, batterebbe l'Inter almeno 8 volte contro le sole tre dei nerazzurri.


Abbiamo interpellato l'autore del sondaggio, il celeberrimo Ing. Cane che, pressato dalla nostre domande, ha alla fine ammesso che ciò che è stato pubblicato non corrisponde a quanto realmente emerso dal sondaggio.


Il Milan, in realtà, vincerebbe milllllle volte a tre.

4 maggio 2007

Meraviglie


Se c'è una cosa che mi scoccia è il giornalismo approssimativo.
Fanno una nuova classifica delle meraviglie del mondo, ne contano 25, e tra queste non ci mettono l'Inter.
Hanno inserito le tentazioni di Las Vegas (secondo voi di dove sono questi esperti?) e si dimenticano dell'Inter?
Naaaaa...
No dico, siamo i campioni d'Italia, l'Italia è campione del mondo (e quindi non siamo i campioni dei campioni del mondo), abbiamo battuto due volte su due i finalisti di Cempions e non siamo tra le meraviglie di questo mondo?


Ma in che mondo viviamo?

Ie rode

Caro Alex siete vicino al vostro primo scudetto di serie B, quella serie B così competitiva e spettacolare da oscurare la serie A, al contrario, così poco avvincente senza di voi.
Dunque perchè rovinarsi la festa?
Non pensare all'Inter, pensa piuttosto al tuo amico Moggi, così bravo e vincente da farvi togliere due scudetti in un colpo solo, anche se sul campo voi eravate veramente forti.
Io, caro Alex, mi incazzerei come una bestia con lui, non con chi ha subito per anni gli sfottò di mezza Italia (non vincete mai). Ah Ah che ridere, meno male che c'è l'Inter.

Peccato che poi gli altarini vengono a galla e si scopre che tutti quegli scudetti non erano poi così puliti e che forse anche l'Inter almeno un paio di scudetti in più, nel suo piccolo, li avrebbe vinti senza l'intercessione di Santo Subito Moggi.

Per carità, solo un paio, non di più, che di cazzate in questi anni ne abbiamo fatte a chili, però quei due scudetti rubati (in particolare quello del 97/98) me li ricordo bene. Pensa che probabimente senza il vostro Moggi non ci sarebbe mai stato il 5 maggio, apoteosi della mediocrità interista, perchè se ricordi bene anche allora ci furono strani segnali premonitori. Certo all'ultima giornata eravamo in testa, la partita a Roma l'abbiamo persa noi con una prestazione da invertebrati, però la tensione, l'incertezza, la paura erano state create ad arte.

Mi dispiace caro Alex, non sono d'accordo con te.
Il nostro scudetto, quello vinto a tavolino, è uno scudetto molto più giusto e meritato di tutti i vostri "vinti" con la boria, l'arroganza e la spocchia della Triade.
Sono d'accordo con te invece quando sostieni che non tutti hanno pagato.
Una squadra in particolare è stata graziata ed oggi si trova ad un passo dal trono europeo. D'altra parte anche l'Italia, nei recenti mondiali, ha vinto sull'onda lunga dello scandalo Calciopoli e nessuno, in Italia, ha avuto nulla da dire.

3 maggio 2007

Scandalo a S.Siro!

Non per dire ma possibile che a nessuno sia mai venuto in mente di farel l'antidoping a questo mulo?


Non sono normali ne la sua resistenza nei 90 minuti ne la sua "trance agonistica" .
Dobbiamo aspettare Calciopoli 25 per scoprire che Ringhio è figlio di Christiana F. di "Noi i ragazzi dello zoo di Berlino"? successivamente abbandonato alle porte di Milanello ed allevato come mulo da soma da Milan Lab?

Queste sono cose che fanno male al calcio.


No dico. Kaka e Seedorf grandiosi ma pure loro si prendono le loro brave pause (Kaka aveva pure i crampi) ma questo è inesauribile come l'uranio arricchito...

2 maggio 2007

Rispondere è cortesia!


Massimo mi ha chiamato ieri, veramente mi ha mandato un sms, chiedendomi un consiglio su cosa rispondere al Ciccio.

Proposte?

Inizio io:

1) Grazie, a proposito sai che differenza c'è tra te ed un sacco di merda? Il sacco

2) Grazie, ma lo sai che la forza dell'acqua è incontrollabile ma per uno come te è inefficiente?

3) Grazie, scusa ma è vero che sei così grasso che in mezzo alle cause sismiche c'e' anche il tuo
nome?

4) Grazie, volevo solo aggiungere che sei come la diarrea...sembravi essere finito e invece sei
ancora qua a rompere i coglioni!

L'omo ha da essere omo!


Meno male che recenti studi scientifici lo hanno appurato. Minchia non ci dormivo la notte.
Ma come lo facevano i cavernicoli?
Tranquilli erano anche loro porcelli quanto noi (non fate i pudici razza di pervertiti).

Leggete qui per i particolari (occhio che conto le cliccate...)

P.S. Non ci sono fotografie, maiali!


P.P.S. No, l'uomo nella foto (anche se c'è una somiglianza impressionante) non è Gattuso