21 agosto 2007

W Valentino


La vicenda di Valentino Rossi è la migliore teorizzazione del sistema di tassazione italiano.
Se sei pieno di soldi le tasse non è detto che le devi pagare, se sei un pirla che lavora per sopravvivere allora lo Stato ti mangia anche il culo.

Ricapitoliamo: Rossi guadagna una valanga di soldi, tra contratti e sponsorizzazioni il suo reddito raggiunge cime spaventose tanto che il povero Valentino deve usare l’ossigeno per guardare l’estratto conto in banca, quello che io devo pagare di mutuo in vent’anni lui se lo guadagna in una giornata. Naturalmente il povero Rossi è perseguitato dal fisco che, miserabile, osa addirittura chiedergli di pagare le tasse. Tanto è che, su consiglio del suo commercialista, il campione di Tavullia decide di spostare la residenza a Londra e di non dichiarare più nulla all’erario italiano (la legge lo consente).

Ora i geni dell’Agenzia delle Entrate gli mandano la loro brava cartella esattoriale e gli chiedono 112 milioni di euro sperando che Valentino, in preda a visioni mistiche, decida di pagare le tasse.
Naturalmente Rossi non tirerà fuori un centesimo e tutta la questione si concluderà con le scuse a Rossi che da accusato diventerà un Santo, e i Santi, è risaputo, non pagano le tasse.

Dove sta l’errore?
Sta a monte, in un sistema che agevola i furbi e che penalizza gli onesti.
Come si fa a non capire che le evasioni e le elusioni si combattono consentendo ai normali cittadini di scaricare tutti i costi sostenuti?
Come può uno Stato autenticamente democratico giustificarsi di fronte ai cittadini onesti se non è in grado di attuare una giusta politica fiscale?
Come può richiedere, per un ritardo di 10 giorni nel pagamento del canone televisivo (succede credetemi) un risarcimento pari al doppio dello stesso canone quando poi garantisce, di fatto, l’impunità ai soliti noti?

Basta essere famosi e simpatici per non pagare le tasse? Ok basta saperlo.
Da quest’anno al mio 730 allegherò un paio di barzellette, magari sui carabinieri. Mentre per la questione dell’essere famoso mi candiderò ad una merda di reality o mi farò buttar fuori dal Billionaire dagli scagnozzi di Briatore

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