27 febbraio 2007
Questo è un DICO
Noi in Italia siamo sempre in ritardo!
In Germania i nostri Dico (ex Pacs) sono già stati superati, altro che unioni tra gay o lesbiche, in Germania siamo alle unioni tra fratelli e sorelle (nel senso familiari non cattolico)
Leggete qui e ditemi se i tedeschi non sono sempre un popolo all'avanguardia.
Due fratelli (lui era stato adottato) si sono ritrovati dopo diversi anni ed è sbocciato l'amore, loro sanno di essere fratelli ma questo non li ha fermati. Ora hanno dei figli, che sono stati dati in affidamento, e lui è in galera perchè in Germania l'incesto è un reato.
Penso che Pannella si trasferirà da quelle parti per una nuova battaglia civile.
Certo che se ci va anche Mastella questo non esce più di galera...
Pubblica
26 febbraio 2007
Il Campionato falsato
Guardiamo i numeri:
Inter 66
Roma 52
Palermo 44
Lazio 37 (3 pti. penalizzazione) = 40
Milan 36 (8 pti. penalizzazione) = 44
Empoli 35
Fiorentina 31 (15 pti. penalizzazione) = 46
La classifica al netto delle penalizzazioni sarebbe pertanto:
Inter 66
Roma 52
Fiorentina 46
Milan e Palermo 44
Lazio 40
Guardiamo le partite: nel Campionato "più falsato" della storia il Milan vince al 94° con il Siena, grazie ad un autogol, e la settimana dopo vince al 90° con la Sampdoria dopo una partita "de mierda", ma, attenzione, in serie A non esistono partite facili...
La Roma lascia per strada punti importantissimi (esempio Empoli) ma gioca il miglior calcio in assoluto (me coioni)
La Fiorentina (che dopo la Roma gioca il miglior calcio della serie A) sarebbe terza (davanti al Milan) ma a meno 20...
Manca la Juve, ma Moggi non giocava nell'Inter e ai tifosi bianconeri stizziti con l'Inter e nostalgici della triade consiglierei una chiaccherata con il loro nuovo idolo Lapo "operazione smile" Elkann sui metodi della passata dirigenza.
Guardiamo dunque la realtà signori:
L'Inter, dopo 17 vittorie consecutive praticamente un girone di Campionato, sta dominando un campionato per meriti propri e non per altro.
Se dovesse uscire dalla Champions sarà per demeriti propri e non per altro, ne d'altra parte non si capisce perchè il Milan che rosicchia a stento i suoi punti in Campionato dovrebbe rappresentare, oggi, con più autorevolezza di chiunque l'Italia in campo internazionale.
Dico oggi e ribadisco oggi, le sei Champions non si discutono (anche se talvolta non tutti i Paesi europei vi hanno partecipato, ma, naturalmente, non era colpa del Milan), ma non posso credere che la critica consideri il pareggio dei rossoneri contro il Celtic (CELTIC) un risultato da prima pagina, da Milan ritrovato.
La stella del Celtic è Nakamura (ex Reggina) siamo seri, smettiamola di sparare cazzate!
24 febbraio 2007
Sono soddisfazioni!!!
E meno male che ogni tanto nella merda di Tuttosport finisce anche il Bilan!
Little Brasil sta sbancando a Milano, si aprono nuovi locali ad ogni ora ed in ogni zona, tanto se poi dovesse arrivare anche Ronaldinho sai i guadagni...
Comunque sapevo che l'ex fenomeno ci avrebbe regalato grandi soddisfazioni!
23 febbraio 2007
Il parente italiano
Per chi non lo ricordasse rammento che recentemente Kakà ha ricevuto il passaporto italiano ed è diventato a tutti gli effetti cittadino comunitario.
Mi domandavo: dove hanno trovato il parente alla lontana?
Gira e rigira ho trovato il cugino di Kakà, si chiama Felice e gioca nell'Avellino.
Ah, di cognome fa Evacuo
Tutti alla Juve!!!!
Inutile nasconderlo, Tuttosport è il mio giornale preferito.
Bisogna ammettere, e talvolta, assecondare le proprie debolezze, il mio punto debole è il giornalismo demenziale, quello che solo un pirla ci crede, quello, per intenderci di Tuttosport!
Ora, ditemi voi se quella di oggi non è una prima pagina da demenza mentale degenerativa: Tutti per la Juve
Grygera firma, Toni si avvicina. Buffon."mi ha fatto innamorare"
P.S.: da voci vicine alla società di Torino darebbero per certo anche il passaggio di TOPO GIGIO ai bianconeri, resterebbe solo da decidere l'accordo economico...
22 febbraio 2007
Europa Bitter (nel senso di amara)
Dovrò aspettare le 16 per leggermi l'analisi di Padovan, analisi che so essere scevra da qualsiasi livore nei confronti dell'Inter...
Intanto mi basta il pareggio capolavoro di Silva che ridimensiona le vittorie dei nerazzurri in campionato
(ma che cazzo centra la cempions con il campionato?)
Questa Inter, quella che ha pareggiato ieri sera 2-2 contro il Valencia (non ha perso, ha pareggiato), può certamente vincere anche in Spagna, basta evitare di mangiarsi i soliti due o tre gol (se il primo tempo si fosse concluso sul tre a zero nessuno avrebbe avuto nulla da obbiettare).
Rimane un solo aspetto da verificare: il portiere, c'è l'urgenza di iscriverlo al Cepu per insegnarli a piazzare la barriera!
See you later.
21 febbraio 2007
I Gufi
20 febbraio 2007
Rieccoli 2 la vendetta!
TORINO. Il presidente va all’attacco. «La storia non si cambia e in qualche modo va accettata » , premette Giovanni Cobolli Gigli. Ma poi aggiunge, ed è la prima volta dopo Calciopoli e quello che ne è seguito: « Il prezzo pagato dalla Juventus è stato molto alto. E la storia dell’ultimo scudetto non l’abbiamo capito. E’ stato un titolo vinto sul campo e io, da tifoso (non era ancora un dirigente, ndr), non mi sono mai accorto di favori macroscopici alla Juventus. I comportamenti della vecchia società non sono stati eccezionali, ma credo che la pena non sia stata commisurata con i fatti».
Sono sempre più convinto che la pena più severa inflitta alla Juve non sia stata la retrocessione in serie B ma l'assegnazione dello scudetto all'Inter.
Questa cosa mi sta facendo godere come un mandrillo...
19 febbraio 2007
Rieccoli!!!
13 febbraio 2007
Fine umorismo
E cosi Kakà è diventato italiano.
La domanda sorge sponatanea: lo dovremo chiamare Caccà?
P.S. Sono le otto del mattino, non ho dormito un cazzo e mi aspetta una giornata di merda (per l'appunto...)
9 febbraio 2007
Moggi/Gea
Caso Gea: chiesto il rinvio a giudizio per la combriccola Moggi.
Poi facciamogli pure tenere lezioni a scuola....
La violenza negli stadi e le radici del male italiano
- Per completezza d'informazione riporto una lettera al Corriere della Sera commentata da Sergio Romano (ndr per il quale nutro ammirazione profonda)
Qualche giorno fa è stato commesso l’ennesimo bestiale delitto in nome del calcio, peggiore, nella sua insensata violenza, degli efferati crimini d’altro genere che occupano le cronache e accendono le passioni. Come ogni precedente delitto analogo, pure quest’ultimo non ha solo scatenato discussioni relative ai mezzi con i quali impedire in futuro reati simili, ma ha anche stimolato dibattiti psico-socio-pedagogici sulle motivazioni che sono o sarebbero alla base di tali bestialità.
Ma queste criminose violenze succedono anche e soprattutto perché si permette che succedano; si cerca di arginarle, di contenerle, ma non di reprimerle con la durezza e la severità in tal caso più che necessarie. Se chi uccide allo stadio fosse condannato — ovviamente una volta accertate le sue responsabilità, con tutte le garanzie di uno Stato di diritto— ad anni di carcere per omicidio aggravato da motivi futili e abbietti, nessuno assassinerebbe più poliziotti o tifosi di altre squadre allo stadio. I terroristi che uccidono in nome della rivoluzione o di altre ideologie sono, giustamente, puniti.
Uccidere in nome della Triestina o della Roma è un delitto ancor più grave, per la futilità e l’abiezione dei motivi, e dunque va represso e punito ancor più duramente.
Non ha senso chiudere uno stadio né una sala di concerti quando essi diventano teatro di crimini; sono i singoli e concreti criminali che vanno individuati e puniti, come del resto è accaduto in Inghilterra. Se chi viene sorpreso allo stadio o altrove con un coltello in tasca venisse adeguatamente punito, nessuno più andrebbe in giro armato e nessuno si sentirebbe per questo represso, perché né dare una coltellata né tenere a tal fine un coltello in tasca è un bisogno essenziale dell’uomo.
Anche la violenza sulle cose, che scoppia spesso dopo le partite, va adeguatamente sanzionata. Mi è capitato di vedere dei bruti, dopo una partita, distruggere, per pura euforia di violenza, una tabaccheria e un bar, arrecando un danno pesantissimo alle persone o alle famiglie che avevano aperto quei locali a prezzo di lavoro e sacrifici. Non mi consta che gli autori del danno siano stati costretti a risarcirlo sino all’ultimo centesimo, come sarebbe ovvio e doveroso, magari devolvendo per anni, se privi di altri beni, gran parte del loro stipendio a quel risarcimento.
Ma lo stadio ha evidentemente preso il posto che nel Medioevo aveva la chiesa, un luogo dove i delitti non si possono perseguire, simile alle zone malfamate lasciate in balia dei delinquenti. I provvedimenti, per fortuna sembra energici, che il Governo pare si appresti a prendere, non dovrebbero nemmeno parlare di campionati di calcio, ma semplicemente stabilire rigorose sanzioni, con la ferma intenzione di applicarle, per delitti che sono tali a prescindere dai luoghi in cui avvengono.
Claudio Magris,
le cedo quasi interamente lo spazio della rubrica perché lei dice benissimo ciò che molti lettori, ne sono certo, pensano di questa orribile vicenda. La violenza negli stadi non è un fenomeno spontaneo, imprevedibile e incontrollabile.Èfiglia dell’atteggiamento remissivo e conciliante con cui abbiamo assistito alla crescita di un intollerabile teppismo urbano. Abbiamo permesso che le scuole venissero occupate emesse a soqquadro.
Abbiamo tollerato che le manifestazioni dei centri sociali si lasciassero dietro una scia di vetri rotti e muri sporchi. Abbiamo assistito impotenti alle gazzarre dei tifosi nelle strade e sui treni alla fine di una partita di calcio. Abbiamo chiuso un occhio quando bande di «artisti» hanno cominciato a sporcare le facciate delle case e a violare con i loro graffiti un elementare diritto di proprietà. I teppisti hanno goduto di una sostanziale impunità perché erano «figli» per i genitori, «elettori» per gli uomini politici, «tifosi» per le società calcistiche, «ribelli sociali » per la sinistra massimalista, «vittime della società» per i magistrati progressisti. Molti penseranno che questi reati o infrazioni sono incomparabilmente meno gravi di un omicidio.
È vero. Ma quanto più esteso e profondo è il bacino delle licenze quotidiane, tanto più grande e robusta cresce la pianta della violenza.
Quello che maggiormente mi addolora, caro Magris, è l’unicità del caso italiano. So che il problema del teppismo urbano e della violenza negli stadi affligge quasi tutte le maggiori democrazie occidentale.
Ma noi siamo il solo Paese in cui partiti e governi hanno permesso che le cattive abitudini del ’68 diventassero croniche.
5 febbraio 2007
Shit
Matarrese:
Ma facciamo attenzione, non tiriamo troppo la corda, perché il gioco del calcio è talmente delicato che può fermarsi solo un attimo per le giuste riflessioni. Se qualcuno pensa di dare una lezione, di dare un esempio forte, allora si rischia di rompere il giocattolo. Questa è un'industria tra le più importanti d'Italia che ha bisogno di continuare a operare. Chi dice non giochiamo più, chiudiamo gli stadi, stiamo un anno fermi, ho l'impressione che sia un po' esaltato e anche un po' irresponsabile". "I morti del sistema calcistico purtroppo fanno parte di questo grandissimo movimento che le forze dell'ordine ancora non riescono a controllare".
Pierangelo Sapegno - La Stampa:
La prima cosa che abbiamo imparato tutti venerdì sera dopo Catania-Palermo è che in Italia, per il calcio, è più grave telefonare che uccidere un agente di polizia. I nuovi 10 comandamenti recitano che non devi nominare il nome di Dio invano, quarto onora il padre e la madre, quinto non telefonare se non sei dell'Inter, sesto non fornicare, settimo non rubare, eccetera. La Juve in B, la Fiorentina a -17, ma il Catania in Champions League. Sia chiaro, è giusto che la Juve sia in B. Non è giusto che non ci siano anche il Milan e la Lazio, e che l'Inter continui a sfangarla. E forse adesso sarebbe giusto radiare il Catania. La seconda cosa che abbiamo imparato è che quando succedono queste disgrazie la vera pena la dobbiamo scontare noi, sorbendoci tutti questi tromboni, - complici e partecipi di un sistema nel quale puoi tranquillamente uccidere un agente di polizia che sta facendo il suo dovere solo per permettere a noi tutti di divertirci -, che si ergono a grandi moralisti, che chiedono rigore e inflessibile giustizia (tanto sanno benissimo che non ci sarà mai nessuna delle due), che fanno finta di versare due lacrimucce e che danno la colpa a tutti gli altri e a loro mai, e che naturalmente parlano dello 0,1 per cento di delinquenti, di una minoranza nel calcio. Eppure sono tutte le domeniche allo stadio, questi autentici farabutti che si spacciano per moralisti, e lo sanno benissimo che non si tratta di una minoranza, ma di un sistema.
Ecco due modi per chiarire la stessa cosa: noi questa merda la meritiamo, tutta!
Chapeau
Studio Aperto, ore 12:30
L'inviata se ne va a zonzo per le bancarelle della festa patronale di Catania chiedendo ai negozianti perchè sono lì a vendere e non sono in chiesa per il funerale di Raciti.
Non voglio fare la morale a nessuno, ma allo stesso tempo mi chiedo perchè l'inviata di Studio Aperto fosse lì a rompere i maroni alla gente che lavora mentre poteva andarsene al funerale.
Finiti i servizi su Catania, Studio Aperto passa alla zoccola del Grande Fratello (chapeau caro Mario Giordano)
3 febbraio 2007
I nostri valori
Intifada?
No Catania-Palermo
Catania - Palermo?
No Intifada
Non è stupidità, non è semplice violenza, è una guerra di "religione".
I nostri valori sono questi, sono i valori di una civiltà perversa e malata dove il tifo per una squadra di calcio giustifica la guerra.
E' morto un uomo di 38 anni che aveva due figli, chi glielo dice che papà è morto perchè c'era il derby?
Quali costi sociali dobbiamo sostenere per avere il "campionato di calcio più bello del mondo"?
2 febbraio 2007
L'onesto Mancini
L’ONESTO Mancini dice che l’Inter è in testa perché adesso il campionato è regolare. Il lucido Sacchi dice che è perché Moratti si è affidato totalmente al suo allenatore. Difficile decidere quale delle due barzellette sia la migliore. Come dico sin da luglio ( repetita iuvant), Guido Rossi, grazie al linciaggio di quasi tutta la stampa e delle televisioni, ha potuto confezionare un campionato apposito per l’Inter dell’onesto Moratti, scaraventando la Juve in B e penalizzando le altre squadre di quel poco o tanto che bastava (anche sul piano psicologico, soprattutto nella prima fase) per metterle fuori gioco. Ne è venuto fuori il campionato più falsato del mondo, una specie di fantacalcio pro-interisti, un campionato virtuale che la stessa magistratura ordinaria (se chiamata in causa dagli aventi diritto) non avrebbe difficoltà a riconoscere come nullo. Nullo in quanto confezionato in base a decisioni (non diciamo sentenze, che è una parola seria) che hanno sistematicamente ignorato ogni principio di diritto, a partire da quello della difesa. Non solo. Ma è un campionato in cui i giocatori della legione straniera dell’Inter indossano sulla maglia un tricolore che gli è stato regalato da Guido Rossi e dai suoi Saggi per motivi etici. C’era appena stato il patteggiamento di Oriali (per compensare vari reati); adesso sappiamo di plusvalenze fittizie, di fideiussioni false, di vendita del marchio a se stessi (tutte operazioni rilevanti penalmente) e, aggiunge il professor Uckmar, il maggior esperto di diritto tributario, una mastodontica evasione fiscale. Altro che calciopoli e arbitri, conclude il professore: le autorità calcistiche hanno trascurato tutti questi problemi, che sono naturalmente ben più gravi. Già, perché li hanno trascurati? E perché continuano a farlo, al di là delle manfrine procedurali? Per non dover dichiarare che l’attuale campionato è fasullo? Gli stessi appassionati di calcio, con il poco interesse che dimostrano, hanno già sanzionato la mancanza di credibilità di questo grottesco torneo. Eppure, nonostante tutto ciò, l’Inter avrebbe vinto assai meno se non fosse stata aiutata in modo decisivo dalla Juventus (grazie alla cessione di Vieira e di Ibrahimovic) e dalle sviste arbitrali a suo favore. Sviste, per carità. Ma se l’anno scorso fossero state a favore della Juventus, per ognuna di esse ci sarebbe stata una sei giorni di invettive contro i ladroni bianconeri che comprano gli arbitri. Adesso è certo che gli onesti bianconeri non comprano nessuno, neanche i giocatori.
Paolo Bertinetti Associazione Nazionale Amici della Juventus
Ohhhhh!!!!!!! Diranno i miei piccoli lettori, ma quanto astio in queste parole!!!
P.S. La legione straniera domina in Italia!!!, mmmmh, andrà a finire che la anche Lega ci si metterà contro.
P.P.S. Comunico che in data odierma è sorta l'Associazione Nazionale Amici della Bagiana Bernarda, ed il sottoscritto daddy ne è il primo Presidente.
Bianconeri in cima al mondo
Il buon Luca Borioni, giornalista di Tuttosport, titola così il suo commento al risultato dell'ultimo studio della federazione internazionale di statistiche e storie del calcio.
(N.B. Lo studio utilizza i dati dell'anno scorso, senza tener conto delle decisioni della giustizia sportiva italiana.)
Queste le sue parole:
RIEPILOGARE la storia calcistica degli ultimi quindici sedici anni, dal ’ 91 a oggi, quindi più o meno dall’inizio dell’era televisiva nel calcio. Riordinare risultati, partite e classifiche in base a parametri in grado di mettere sullo stesso piano i diversi campionati. Stilare una graduatoria definitiva della storia del calcio più recente. E scoprire così che al primo posto c’è il Barcellona, grande di Spagna che appena otto mesi fa ha conquistato la Champions League. Ma anche che al secondo posto c’è la Juve. Che quest’anno gioca in serie B. Ecco l’ultimo verdetto della federazione internazionale di statistiche e storia del calcio ( Iffhs). I numeri dicono che, se prendiamo in considerazione il periodo che va dagli anni che precedono l’avvento della Triade ( quindi anche la contraddittoria esperienza di Gigi Maifredi) fino all’attuale stagione - quella del dopo scandalo -, la Juve resta la squadra numero uno in Italia mentre in Europa è seconda solo al Barcellona. Con scrupolo molto teutonico, da un po’ di anni un gruppo di studiosi tedeschi con sede a Bonn produce statistiche a ripetizione e stila classifiche su squadre e giocatori di tutto il mondo e di tutti i tempi. A occhio, una pretesa eccessiva. Il tentativo più che dichiarato è quello di mettere ordine in una materia vastissima e multiforme. In qualche misura ci riescono. Anche se spesso i criteri che determinano certe graduatorie possono risultare opinabili. Impossibile però dubitare della posizione imparziale dei ricercatori, magari si può discutere sull’eccessiva seriosità degli stessi ma certo non del fatto che si trovino al di sopra delle parti. Gli esperti della Iffhs non hanno trascurato alcun dettaglio. Hanno analizzato i dati a partire dal primo gennaio 1991, considerando che in questo periodo sarebbe stato agevole confrontare adeguatamente i risultati delle formazioni di tutti i continenti. Bisognava infatti tenere conto dei campionati nazionali, delle coppe nazionali e delle competizioni internazionali per club. Impossibile fare calcoli altrettanto attendibili per il periodo che va dalle origini del calcio, quindi secondo gli statistici tedeschi dal 1872, fino al 1990. Ogni anno l’Iffhs produce un ranking in base a parametri ben precisi che permette di nominare le migliori 25 squadre del pianeta. La prima della classe si merita 25 punti e l’ultima solo uno. La somma di ogni stagione nell’arco degli ultimi anni ha così determinato la « classifica mondiale di tutti i tempi » che ha eletto il Barcellona squadra regina, la Juve un gradino sotto e poi al terzo posto il Milan. Seguono il Manchester United, il Real Madrid e il Bayern Monaco. Sono i nomi delle formazioni che hanno fatto la storia del calcio negli ultimi dieci anni o poco più. Qui i risultati statistici coincidono con i ricordi degli appassionati e le opinioni degli addetti ai lavori. L’Inter che domina incontrastata l’attuale torneo di serie A è solo settima in questa classifica di tutti i tempi, precede ( di appena) sei punti l’Arsenal e la prima delle squadre extra europee: il River Plate. Un dato è certo, tra quelli numerici: l’eredità della Juventus non può essere azzerata dagli sconvolgimenti dell’ultima estate. Perché i risultati del campo restano e in questo caso, la decisione molto politica e poco realista che ha spostato l’ultimo scudetto dalle maglie bianconere a quelle nerazzurre non ha inciso minimamente sulle statistiche curate dagli esperti di Germania. La Juve è ancora al top, nonostante tutto. L’eredità rimane. Magari, anzi sicuramente, da questo momento in poi potrà diventare un peso: è chiaro che nella classifica annuale che l’Iffhs produrrà tra dodici mesi la Juve non troverà spazio. In serie B e senza coppe, non potrebbe essere altrimenti. Senza la caduta, probabilmente, la Juve sarebbe stata molto più vicina al Barcellona o forse perfino più in alto. Tra un anno sarà più lontana. Ma intanto il dato attuale colpisce e fa riflettere. Tra l’altro un sondaggio di Sport+ Markt rivela che l’effetto calciopoli comincia già ad attenuarsi. Secondo i risultati di una ricerca condotta a maggio 2006, il 45% del campione intervistato citava la Juventus come club meno gradito. Nella rilevazione del novembre 2006 la stessa percentuale è invece diminuita al 29% riportando il club ad un livello di “ antipatia” in linea con le sue serie storiche. Tutto questo impone alla nuova dirigenza juventina, una volta di più, l’esigenza di riallacciare il legame con il passato, la storia anche recente, pur con le necessarie distinzioni. Sarà interessante verificare nell’immediato futuro in quale posizione sarà scivolata la Juve - la squadra che fino a oggi nel mondo è stata seconda solo al Barcellona - dopo la retrocessione e la perdita degli scudetti. Solo allora si potrà aggiornare la storia. Ma intanto appare chiaro che i risultati del campo restano, che non si possono cancellare. Lo ha certificato la federazione internazionale di statistiche e storia del calcio, con sede a Bonn, qualcuno ha da obiettare?
Io, of course,
innanzitutto, caro Borioni, la Juve non è in testa alla classifica, c'è il Barcellona...
Inoltre, caro Borioni, di queste statistiche l'Inter ne ha i cassetti pieni, e di solito erano utilizzate per prenderci per il culo (si, bravi, siete i migliori ma non vincete un cazzo...).
Infine, caro Borioni, mi incute un pò di timore la minaccia di riallacciare i rapporti con il passato, con la storia anche recente, per la precisione.
Bisognerebbe imparare a vincere senza rubare, imparare a riconoscere che le vittorie, soprattutto in campo sportivo, sono frutto del campo (come ama ripetere Tuttosport), non delle terne arbitrali.
Intanto oggi, Tuttosport ci segnala che l'Inter subisce uno stop dopo due mesi di vittorie, uno stop che mette in pericolo la panca del Mancio...