22 maggio 2008

Revisionismo




PAOLO DE PAOLA Che a Moratti piaccia questo clima d’odio è sbagliato. Un giornale ha, invece, il dovere di portare avanti iniziative di segno opposto. Un giornale ha il dovere di denunciare un problema e di esporne tutti gli aspetti senza, per questo, apparire provocatorio o polemico. Lunedì scorso Tuttosport aveva ti­tolato “Sono 15” per porre l’ac­cento su uno dei più velenosi cam­pionati della storia e per suggeri­re una soluzione ( contenuta in quel 15). Quest’ultimo è stato lo scudetto dell’odio e suscita scal­pore che nell’Inter qualcuno si faccia vanto di una puerile e pro­vocatoria ( questa sì) diversità. Perché non è bello vincere senza il riconoscimento degli altri. A pro­posito, abbiamo ammirato (anco­ra una volta) la coerenza di quan­ti hanno urlato allo scandalo ogni lunedì per poi convertirsi alle ce­lebrazioni finali. Gli errori arbi­trali, come abbiamo sempre soste­nuto, non sono scaturiti da dise­gni superiori, ma da incapacità umane (talvolta con forti implica­zioni personali come nel caso di Dondarini). Gli arbitri, come ab­biamo sempre sostenuto, hanno il diritto di sbagliare, ma il dovere di migliorare grazie anche a suppor­ti tecnologici ormai indispensabili. Nessuno mette in discussione la le­gittimità dello scudetto vinto que­st’anno dall’Inter, ma ci poniamo una domanda: è normale il clima del campionato italiano? Monta­gne di veleni che hanno sparso tensione su ogni partita e fino al­l’ultima giornata. Niente a che ve­dere con gli accettabili sfottò che hanno sempre caratterizzato le di­spute fra tifosi. La verità è che tut­to è cambiato dopo la consegna a tavolino dello scudetto 2006 al­l’Inter. Un titolo che doveva rima­nere non assegnato. Badate bene, non entriamo nel merito delle sen­tenze, ci interessa quel seguito pa­sticciato e sottoposto, addirittura, all’attenzione di una commissio­ne di saggi che non fornì mai una chiara indicazione in proposito. Anzi. Ora Moratti potrebbe fare un ge­sto di grandissimo spessore: ri­nunciare a quello scudetto. Qui non c’entra niente la simpatia del perdente e l’antipatia del vincen­te (roba trita e ritrita) oppure la perniciosa disputa su onesti e di­sonesti (anche questo un motivet­to stonato). Qui è in ballo il rispet­to per chi va in campo e dà l’ani­ma per raggiungere un risultato sportivo. Altrimenti il sospetto dell’aiutino non abbandonerà mai più il nostro campionato. A meno che Moratti, spontaneamente, non rimetta le cose a posto.

Capito? Le tensioni, le insinuazioni, i dubbi, tutto nasce dallo scudetto assegnato all'Inter a tavolino, mica da Calciopoli.
Fantastico, e il cerchio si chiude.

Naturalmente a questi gobbi del cazzo non è mai venuto in mente di restituire gli scudetti rubati che non erano finiti nel calderone delle indagini.

Merde!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Adesso hanno rotto proprio i coglioni!!!! Ma cazzo, Moratti non puo' fare un comunicato del tipo: "Visto che ci si lamenta delle sentenze di Calciopoli, rifacciamole con piu' giustizia. Scudetto non assegnato (giustamente), Juve in C2 (giustamente), Milan e Fiorentina in B (giustamente) e niente Champions per il Milan (a cui giustamente va tolta quella che ha vinto)". Cristo d'un Cristo, anziche essere contenti di esseresela cavata con poco (ingiustamente), spaccano le palle a noi!!! E la societa' Inter si faccia sentire!!!!!

Un incazzatissimo e stufo
Alessio/Porcudighel