La notizia che anche l’Inter e Massimo Moratti – dopo il Milan e Adriano Galliani – sono indagati per falso in bilancio, chiude il cerchio giudiziario ed etico apertosi il maggio dello scorso anno a carico della società nerazzurra. Silenziato dal fragore di Calciopoli, minimizzato o, peggio, oscurato dai mezzi di comunicazione, colpevolmente omesso dagli organi di giustizia sportiva, il poderoso dossier-Inter si compone adesso di tre capitoli cruciali. Uno: il patteggiamento con cui è passata in giudicato tutta una serie di reati (dalla ricettazione al falso), imputabili al dirigente Gabriele Oriali e al giocatore Alvaro Recoba per il passaporto da comunitario dell’uruguaiano. Due: il coinvolgimento di Massimo Moratti nell’affare Telecom e, per quanto è dato sapere – in forza dell’ammissione dello stesso presidente – nell’esercizio di controllo dell’attività privata dell’ex arbitro De Santis. Tre: il doping amministrativo che la Procura di Milano ipotizza a carico del club nerazzurro e senza la cui pratica l’Inter non sarebbe nemmeno riuscita a rientrare nei parametri previsti per l’iscrizione al campionato 2004-2005.E’ lampante quanto l’accusa di falso in bilancio e il ricorso a plusvalenze fittizie rappresenti di gran lunga il fatto inequivocabilmente più grave. Innanzi tutto perché pone l’Inter di Moratti sul piano dei molti club che hanno commesso irregolarità contabili per ottenere benefici sul piano tecnico e al di fuori dal piano regolamentare. In secondo luogo perché toglie al club nerazzurro, e stavolta in maniera definitiva, quell’aureola indebitamente costituitasi con la farsesca assegnazione dello «scudetto degli onesti», di cui una parte degli interisti sembra andare fiera. Tanto più che l’artifizio per aggirare i vincoli dell’iscrizione potrebbe riguardare – secondo alcune interpretazioni – la stagione 2005-2006, ovvero quella «premiata» con il tricolore sottratto alla Juve.La nostra onestà impone di assumere lo stesso atteggiamento che, pur in solitudine, abbiamo tenuto durante Calciopoli. Ovvero la presunzione di innocenza e il diritto alla difesa per chicchessia. Siamo sempre stati contro i processi sommari e le forche. Ma anche contro una giustizia, sportiva o ordinaria, che da un occhio non vede e da un orecchio non intende ascoltare.
Aspettavo con ansia l'editoriale di Padovan che, sapevo, sarebbe stato chirurgico.
Chirurgico come certe bombe intelligenti che dovrebbero colpire solo gli obiettivi strategici.
Appunto:
2006-05-18 di TrendOnline.com - FtaOnline
Altra giornata difficile per la Juventus FC. Da stamattina la Guardia di Finanza sta effettuando una perquisizione presso la sede della societa calcistica, nell'ambito dell'indagine condotta dalla procura torinese con l'ipotesi di falso in bilancio. Si tratta di un nuovo filone di inchiesta oltre a quelli condotti dagli inquirenti di Roma e Napoli e coinvolge, insieme ad Antonio Giraudo, amministratore delegato dimissionario dei bianconeri, anche l'ex-direttore generale Luciano Moggi, protagonista dei presunti casi di frode sportiva. I militari delle Fiamme Gialle starebbero perquisendo anche le abitazioni di Moggi e Giraudo, e quella di Alessandro Moggi a Napoli: questo ultimo non risulta pero indagato dalla magistratura torinese. Ieri si e tenuto un incontro tra i magistrati delle tre procure, incontro che e servito razionalizzare le indagini in corso: a Napoli e stata attribuita la competenza per l'inchiesta sulla frode sportiva, a Roma quella sulla Gea World, societa che gestisce centinaia di calciatori italiani e di cui e titolare Alessandro Moggi, mentre Torino si occupera delle indagini per il falso in bilancio.
Se vogliamo condannare il marcio che c'è nel calcio ( e c'è nè troppo e da tutte le parti) facciamolo con serietà e non come se dovessimo giocarci il derby d'Italia. Sappiamo bene come andrà a finire questa storia, più o meno come è andata a finire quella del doping farmaceutico scovato in casa Juve. Il calcio, e non solo quello italiano è putrido da anni. Non dimentichiamoci lo spalmadebiti, che in giro per l'Europa ci ridono dietro ancora...
2 commenti:
Non ho ancora capito se Padovan è un giornalista o un comico. In entrambi i casi fa pena...
Certi giornalisti fomentano la violenza nelgi stadi (e fuori) ne più ne meno come certi ultras
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