5 marzo 2007

Il Padovan pensiero


Più che i sette punti di vantaggio sulla ter­za in classifica (il Genoa), la rotonda vit­toria sul Piacenza stabilisce in via definitiva che la Juve veleggia ormai inarrestabile ver­so la serie A, nonostante la non eccelsa qua­lità del suo gioco collettivo sia un fatto visi­bile e consolidato. La differenza la fanno i gol dei singoli (Trezeguet, ieri, ad appena 33 secondi dal fischio d’inizio e Del Piero ap­prodato, a quota 211 in carriera), le parate di Buffon, la vivacità di Nedved, la solidità e l’esperienza di Cristiano Zanetti, il corol­lario di buoni giocatori (Chiellini, per esem­pio, lo sarebbe anche in serie A) che la so­stengono a prescindere da un contesto (il 4­ 4- 2 di Deschamps) più scolastico che tra­volgente. Detto questo, sull’argomento alle­natore, per me, non è il caso di ritornare. C’è e ci sarà chi lo ritiene adeguato a gui­dare la Juve anche in serie Ae chi, come me, preferirebbe Mourinho (in assoluto) o Lip­pi, per quanto l’ex c.t. oggi rappresenta nel mondo e per quel che vorrebbe rifare alla Juve. In ogni caso, vigendo fortunatamen­te la libertà d’opinione, tutto è accettabile o contestabile, figurarsi nel calcio. La Juve è prima con 49 punti. Aggiungen­do i nove della penalizzazione sarebbe a 58, undici più della seconda, il Napoli. Questo definisce una superiorità talmente schiac­ciante che avrebbe reso compatibile un handicap addirittura superiore. Perfino il meno 17 della seconda sentenza, quella del­la Corte Federale, sarebbe stato ampia­mente recuperabile: a 41 punti, infatti, c’è l’ottimo Piacenza in lotta, alla pari con il Bologna, per l’aggancio alla seconda piaz­za del Napoli. Il ragionamento serve a legittimare non so­lo il primato della Juventus, ma anche l’at­tendibilità dell’intero campionato di serie B, dove competono squadre organizzate, ef­ficaci e pure spettacolari. Napoli, Genoa, Piacenza, Bologna, Mantova ne rappresen­tano l’avanguardia, non necessariamente l’eccellenza. La Juve non ha vinto sempre e quasi mai facilmente. A Mantova ha perso, pareggiato a Rimini, Genova, Spezia, Ber­gamo con l’AlbinoLeffe, Napoli, Vicenza, in casa con l’Arezzo. Tuttavia nessuno può dire che sia stata aiutata: sto ancora aspet­tando che qualcuno dimostri l’irregolarità del gol di Zalayeta a Bologna e, quanto ai ri­gori, ieri sera l’arbitro Bertini ha assegnato ai bianconeri il primo in 25 partite. Onesta­mente, secondo me, non c’era. Come non c’era, qualche minuto dopo, un fuorigioco che ha impedito a Nedved di presentarsi so­lo davanti a Coppola. In compenso contro la Juve ne sono stati decretati tre, di cui due a segno. Non so se questi dettagli siano sufficienti a confermare la serietà di un torneo. Di certo la B lo è più della serie A dove, se non ba­stasse altro, aleggia il forte sospetto che il Palermo sia di troppo nel lotto delle quattro destinate alla Champions League. Non una novità, visto che la sentenza di secondo gra­do di quest’estate, al Palermo aveva già tol­to l’accesso alla Champions per ridarla al Milan, graziato nonostante fosse colpevole.

Per i non addetti a Tuttosport ritengo utile fornire un agile riassunto del Padovan pensiero.
Siccome la Juve non ha vinto tutte le partite (come l’Inter ndr) e quando le ha vinte spesso ha fatto fatica, siccome in serie B ci sono squadre molto forti (non il Milan, non la Fiorentina, non la Lazio, non la Roma etc. etc. ndr), siccome Padovan è un pirla ecco che la serie B è meglio della serie
A.


Nella foto: uno smagliante Padovan festeggia in anteprima la vittoria della Juve nella Mitropa Cup 2007/2008.

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