22 novembre 2006

Je rode

Mi stavo preoccupando, pensavo che Padovan fosse malato. Doveva solo ricaricare le pile!

A grande richiesta il ritorno della Gallina!!!!!!

Molti tifosi della Juve imputano alla nuova dirigenza un atteg­giamento troppo blando e/o perfino rinunciatario sulla vicenda legata al­lo scandalo del calcio e alle conse­guenti sentenze di carattere sporti­vo. Tuttavia un merito che va ascrit­to alla proprietà è di avere imme­diatamente nominato, fin dagli al­bori di Calciopoli, un nuovo mana­gement dando il via ad una fase radicalmente diversa nella vita del club. Lo abbiamo ripetuto così tan­te volte che perfino nelle motivazio­ni dell’arbitrato queste ragioni sono diventate decisive: la Juve è l’unica di tutte le società coinvolte nello scandalo che abbia davvero girato pagina recidendo ogni legame con il passato. E anche per questo, anzi, soprattutto per questo, il club bian­conero ha beneficiato di una ridu­zione della penalizzazione.La strategia bianconera diventa me­rito politico recidendo ogni legame con il passato. E anche per questo, anzi, soprattutto per questo, il club bian­conero ha beneficiato di una ridu­zione della penalizzazione. La strategia bianconera diventa me­rito politico – anche se parlo di poli­tica sportiva e mi riferisco al con­senso del cliente-tifoso, quindi di un innamorato emotivamente assai esposto; nel momento in cui ci si trova di fronte alle prime richieste di rinvio a giudizio per l’affare Gea, inchiesta chiusa in questi giorni dai giudici romani. Nelle ipotesi di rea­to, il ruolo di Luciano Moggi risul­terebbe evidente e centrale. Moggi, ovviamente, ha diritto alla difesa e alle garanzie concesse alla difesa. Tuttavia questo, e da tempo, non è più un problema della Juventus, è un problema di Moggi e della giusti­zia, quella vera, non quella sportiva che ha confezionato sentenze risibi­li e squilibrate.In ogni caso non dirò - perché non lo so e non lo sanno nemmeno i giudici - né che Moggi è colpevole né che è innocente. A far intendere ci pensa­no altri. Dico solo e lo ripeto finché avrò fiato, carta, inchiostro che di fronte a sentenze patteggiate in rela­zione a reati penali che vanno dalla ricettazione al falso di vario genere, ci sono tesserati ancora in attività di­rigenziale e tecnica. Come ci sono club, tra i più nobili e considerati, che li pagano e li difendono con il si­lenzio e la presunzione di poter dare (o togliere) la patente di onestà al re­sto del mondo.Parlo, naturalmente, dell’Inter, del caso Recoba, del patteggiamento del giocatore e del dirigente Gabriele Oriali. Tra l’altro, oltre ad avere assunto un tecnico che usa il disprezzo come arma contro la stampa, Moratti non ha ancora spiegato perché vole­va Moggi fino ad avergli fatto firma­re un pre-contratto e perché lo con­sultava a più riprese per tutta una se­rie di faccende di mercato. Ci sono fior di testimoni e perfino opere pub­blicistiche in materia, mentre non esi­ste un provvedimento di Moratti nei confronti dei suoi dipendenti che hanno patteggiato ammettendo re­sponsabilità gravissime. Perché Mo­ratti non si è comportato come la Ju­ve e, prima delle sentenze sportive e ordinarie, non ha messo alla porta il presunto colpevole come accaduto a Torino? Forse perché ci sono persone e persone. E Moratti, evidentemente, si crede il più speciale di tutti.


Non so, sarà un’impressione ma mi pare che je rode
Nella foto: la redazione di Tuttosport
P.S. : "La giustizia sportiva ha confezionato sentenze risibili e squilibrate."
Aspettiamo le sentenze della giustizia ordinaria (quella vera... non ci sono parole per descrivere quest'uomo) e vedremo quanto fossero risibili quelle sentenze. Sul fatto che fossero squilibrate non ci piove: Juve in C le altre in B con buona pace del pollaio.

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