28 febbraio 2008

Il Romanista

I Bergomi, i Becali, i Tronchetti e Pippo Baudo

TONINO CAGNUCCI
I provinciali sono loro. Hanno esultato manco fossero l’Ascoli contro il Brasile, sono riusciti a strappare un pareggio a una squadra più grande di loro, molto più grande di loro, che li ha presi a pallonate per quasi tutto il tempo, con un allenatore che ha fatto tre cambi dopo un quarto d’ora della ripresa, roba da strappare il patentino (ma l’ha preso? Come?). I Tagliavento, i Rosetti (a proposito: c’aveva ragione Cassano), i Crespo come Baggio con Petruzzi, le televisioni, i Bergomi, i Gervasoni, i Becali, i Tronchetti Provera con le intercettazioni sono loro, con gli scudetti di cartone nemmeno vinti, ma disegnati a tavolino; marchio di fabbrica: Internazionale di Milano, da Guido Rossi in poi passando per tutti i trofei Tim di quest’Italia sanremese. Non sono manco canzonette. C’è tutta la differenza tra Roma e Milano in questa partita: noi belli, generosi, tanti, sciampagnoni, pure imprudenti o poco precisi, comunque leali, solari, coraggiosi, rugantini, loro cinici, protetti, opportunisti, colletti bianchi, fortunati, sempre blindati dal destino e da chi lo confeziona con un bel pacchetto nerazzurro. Il solito pacco. C’è tutto questo campionato in questa partita ed è per questo che i campioni dell’Italia saranno loro, ma di quell’Italia come l’ha definita ieri Pippo Baudo: «di merda».


Ma che bella rivista online!!!
Ma complimentoni!!!
Studiato a Oxford?

1 commento:

Entius ha detto...

Non è facile mandare giù certi bocconi...